Una Proposta al Mese – REGOLARIZZAZIONI SIG(H) – Una proposta per semplificare il recupero degli esoneri contributivi spettanti ma non fruiti

Chiara Julia Favaloro e Luca Bonetti , Avvocato e Consulente del Lavoro in Milano e Consulente del Lavoro in Milano

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E non è necessario perdersi “ in astruse strategie, tu lo sai, può ancora vincere chi ha il coraggio delle idee. A (R. Zero, “Il coraggio delle idee”)

All’interno del panorama giuslavoristico italiano non mancano gli interventi legislativi finalizzati ad arginare, almeno temporaneamente, l’impatto del costo del lavoro sull’equilibrio economico delle imprese. Tra le iniziative più significative, sono certamente degne di nota le agevolazioni contributive volte a promuovere l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e la stabilizzazione dei loro contratti di lavoro. Si pensi, ad esempio, all’esonero contributivo introdotto dal Decreto legge n. 60/2024 (c.d. “Decreto Coesione”), convertito con modificazioni dalla Legge n. 95/2024, finalizzato a promuovere le assunzioni effettuate nel periodo compreso tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, attraverso il riconoscimento di una decontribuzione totale (secondo specifici limiti mensili) per una durata complessiva di 24 mesi, per i lavoratori che, alla data dell’assunzione o della trasformazione, non abbiano ancora compiuto 35 anni e non siano mai stati titolari, nel corso della propria vita lavorativa, di un contratto a tempo indeterminato, né con il medesimo, né con altro datore di lavoro. Un elemento ricorrente e di particolare rilievo degli ultimi interventi normativi è il fatto che gli esoneri contributivi possano essere riconosciuti anche in “continuità” qualora il lavoratore, già assunto a tempo indeterminato da un precedente datore di lavoro che abbia fruito solo parzialmente dell’incentivo, venga successivamente assunto da un nuovo datore. In tal caso, quest’ultimo potrà beneficiare dell’esonero per il periodo residuo spettante, a condizione che siano rispettati tutti i requisiti soggettivi e oggettivi previsti dalla disciplina vigente. Per agevolare la verifica di tali condizioni, già dal 2018 l’Inps ha implementato una utility informatica raggiungibile dal proprio sito istituzionale attraverso la quale i datori di lavoro ed i loro intermediari possono acquisire (senza che tale verifica abbia alcun valore certificativo, ama ricordarci l’Istituto) le informazioni in ordine allo svolgimento di rapporti di lavoro a tempo indeterminato da parte di uno specifico lavoratore. Tuttavia, nella prassi quotidiana non è raro imbattersi in situazioni in cui i datori di lavoro si accorgano, anche a distanza di tempo, che per un lavoratore in possesso dei requisiti normativamente previsti, non sia mai stato effettivamente applicato uno degli esoneri contributivi previsti dalla normativa vigente. Le cause di tale omissione possono essere molteplici: semplice disattenzione, scarsa condivisione delle informazioni necessarie da parte del lavoratore, fino a ritardi nella trasmissione dei dati tra il cliente e il professionista. In tutti questi casi, l’omesso utilizzo dell’agevolazione contributiva non dipende da un’oggettiva carenza dei presupposti di legge in capo al rapporto di lavoro o al lavoratore, ma da disfunzioni organizzative o comunicative nella gestione operativa delle assunzioni.

Si pensi, ad esempio, ad un datore di lavoro che abbia assunto un lavoratore il 1° gennaio 2023 e che solo nel mese di maggio 2025 si renda conto che per lo stesso lavoratore risultava applicabile una specifica agevolazione per le assunzioni a tempo indeterminato vigente al tempo della stabilizzazione (in questo caso quella prevista dall’art. 1, co. 297, della L. n. 197/2022). Nell’ambito del termine prescrizionale tale agevolazione non risulta “persa” e può essere recuperata retroattivamente dal datore di lavoro, ma il recupero delle quote di esonero spettanti e non fruite nei periodi di paga correnti non risulta sicuramente essere un’operazione agevole. Il processo di verifica e di recupero delle quote spettanti si sostanzia, infatti, nel seguente processo:

• verifica “a ritroso” della sussistenza dei requisiti normativamente richiesti in capo al lavoratore e in capo al datore di lavoro (ad esempio, assenza di licenziamenti all’interno dell’unità produttiva per determinati periodi di tempo precedenti o successivi all’assunzione);

• richiesta di variazione dei flussi Uniemens all’Inps attraverso il cassetto previdenziale;

• modifica dei singoli flussi Uniemens di ogni lavoratore per ogni mese interessato dal recupero;

• attesa della lavorazione del credito da parte dell’Istituto;

• verifica del credito contributivo emerso dalle regolarizzazioni Uniemens inoltrate;

• presentazione dell’istanza di compensazione del credito o richiesta di pagamento diretto tramite accredito bancario. Insomma, non proprio una passeggiata! Eppure, ci sarebbe un modo semplice ed efficace per semplificare i processi e garantire la corretta fruizione degli strumenti a disposizione. L’Inps potrebbe automatizzare un sistema in grado di incrociare i dati anagrafici riportati nell’Unilav di assunzione del lavoratore con i dati presenti nei propri archivi contributivi: in tal senso, il sistema potrebbe riconoscere se per tale soggetto, siano già stati fruiti periodi di esonero contributivo e per quale durata, così da consentire l’accesso a tali strumenti anche ad eventuali successivi datori di lavoro. Tali dati, oggi accessibili solo tramite l’utility Inps, potrebbero essere restituiti in automatico al soggetto che ha trasmesso l’Unilav, permettendo un riscontro immediato ed aggiornato. Si potrebbe introdurre, in tal senso, una funzione di alert automatico, ad esempio sotto forma di pop-up, che, al momento della trasmissione dell’Unilav, fornisca al professionista un quadro informativo completo sia sull’eventuale fruizione pregressa di agevolazioni contributive da parte di precedenti datori di lavoro, con indicazione della relativa durata residua, sia sulla possibile applicazione di una nuova agevolazione al rapporto di lavoro in base ai dati presenti negli archivi contributivi dell’Istituto e alle caratteristiche dichiarate nell’Unilav stesso. La comunicazione, standardizzata e generata in tempo reale, riporterebbe – in forma sintetica ma completa – le informazioni oggi reperibili tramite interrogazione manuale dell’utility, quali la data del primo rapporto di lavoro a tempo indeterminato, la data di inizio e i mesi effettivamente fruiti di precedenti agevolazioni, oltre all’indicazione dell’agevolazione potenzialmente spettante con il relativo periodo di fruizione disponibile. Un simile sistema consentirebbe al professionista, in sinergia con il datore di lavoro, di verificare immediatamente la sussistenza delle condizioni per applicare lo sgravio e di procedere alla fruizione dello stesso già nel primo flusso contributivo utile. Ciò ridurrebbe sensibilmente il rischio di mancata applicazione delle agevolazioni spettanti e, di conseguenza, di successivi e complessi recuperi contributivi. In alternativa (o in aggiunta), si potrebbe ipotizzare l’introduzione di una procedura semplificata di recupero contributivo per tutti quei casi in cui l’esonero spettante non sia stato fruito nei tempi corretti. In tale scenario, il datore di lavoro potrebbe trasmettere all’Inps tramite il c.d. “cassetto previdenziale” un prospetto riepilogativo unico, predisposto secondo un format standardizzato, contenente l’indicazione del credito contributivo complessivo da recuperare, i periodi di paga interessati, il riferimento puntuale delle denunce Uniemens cui il credito si riferisce e i dati identificativi del lavoratore interessato. Ricevuto il prospetto, l’Inps, a seguito dei dovuti controlli documentali e degli incroci dei dati informatici in proprio possesso, potrebbe autorizzare il recupero in un’unica soluzione, consentendo al datore di lavoro di portare l’intero importo a compensazione in un solo flusso contributivo o, in alternativa, di richiedere il pagamento diretto tramite accredito bancario. Un simile sistema eliminerebbe l’obbligo di rettificare retroattivamente ciascun flusso Uniemens mese per mese, operazione oggi complessa, onerosa e soggetta a lunghi tempi di lavorazione, garantendo al contempo una riduzione significativa dei tempi amministrativi e una maggiore certezza nella gestione dei crediti. Insomma, basterebbe così poco per semplificare il futuro!

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