Una Proposta al Mese: PROPOSTA DI RIFORMA DELLA SOGLIA DI ESENZIONE DI BUONI SPESA E CARBURANTE. INNALZAMENTO A 1.000€ ANNUI PER UN WELFARE PIÙ INCLUSIVO

Roberta Simone, Consulente del Lavoro in Milano

E non è necessario perdersi “ in astruse strategie, tu lo sai, può ancora vincere chi ha il coraggio delle idee. N (R. Zero, “Il coraggio delle idee”)

Nel contesto delle politiche di welfare aziendale, l’erogazione di beni e servizi ai dipendenti è da sempre considerata uno strumento volto a migliorare il benessere dei lavoratori e, conseguentemente, la loro produttività. Tuttavia, un’analisi critica dell’efficacia di tali strumenti rivela che spesso i beni e servizi offerti risultano di scarsa utilità per i lavoratori, poiché l’offerta proposta dalle aziende non risponde adeguatamente alle esigenze percepite dai dipendenti, in particolare da quelli appartenenti alle fasce di reddito medio-basse, o perché non tutti i potenziali beneficiari possono disporre del tempo o delle risorse necessarie per usufruire dei beni e servizi messi a loro disposizione1 . Il divario tra il c.d. paniere offerto dalle aziende e gli interessi individuali dei lavoratori evidenzia l’opportunità di una revisione delle attuali politiche di welfare aziendale.

PROPOSTA DI INNALZAMENTO DELLA SOGLIA DI ESENZIONE PER BUONI SPESA E CARBURANTE

Alla luce di queste considerazioni, si propone un intervento specifico sulla soglia di esenzione per buoni spesa e buoni carburante, i quali rappresentano nei fatti il benefit maggiormente apprezzato poiché consente ai beneficiari di poter scegliere tra una vasta gamma di beni e servizi, anche prossimi al proprio domicilio. Si propone pertanto l’innalzamento della soglia di esenzione per i buoni spesa e buoni benzina da 258,23 euro annui (normativa salvo deroghe2 ) a 1.000 euro annui. Si suggerisce altresì di mantenere tale nuovo valore soglia autonomo e indipendente dai valori convenzionali massimi stabiliti per le altre tipologie di beni e servizi e di non diversificarne la soglia in funzione della presenza o meno di soggetti a carico, in quanto un simile approccio potrebbe essere percepito quale una c.d. discriminazione al contrario. Infine, laddove si registri l’eventuale superamento della nuova soglia di esenzione specifica per i buoni spesa e carburante, ciò non dovrebbe comportare, come ad oggi avviene, l’integrale assoggettabilità di tutte le somme, ma solo di quelle ulteriori rispetto la soglia massima prevista3 . Il nuovo testo dell’art. 51 Testo Unico delle Imposte sui Redditi n. 917 del 22 dicembre 1986 (c.d. TUIR), comma 3-bis potrebbe essere implementato come segue: 3-bis. Ai fini dell’applicazione dei commi 2 e 3, l’erogazione di beni, prestazioni, opere e servizi da parte del datore di lavoro può avvenire mediante documenti di legittimazione, in formato cartaceo o elettronico, riportanti un valore nominale. Essi non concorrono alla formazione del reddito fino all’importo complessivo di euro 1.000 per ciascun periodo d’imposta; in caso di superamento del citato limite, concorre a formare reddito solo la parte eccedente.

BENEFICI DELLA NUOVA PROPOSTA

Maggiore flessibilità e personalizzazione I buoni spesa e benzina, essendo strumenti flessibili, possono essere utilizzati in base alle specifiche necessità di ogni lavoratore. Questa caratteristica li rende più efficaci rispetto ai tradizionali beni e servizi offerti dalle aziende, che spesso non incontrano le reali esigenze dei dipendenti. Aumento della liquidità disponibile Incrementando la soglia dei buoni a 1.000€ annui, i lavoratori avrebbero accesso a una somma più consistente, utilizzabile per i servizi o acquisto di beni nei negozi convenzionati. Questo permetterebbe loro di acquistare beni, anche di prima necessità, o di pagare il carburante per recarsi al lavoro, riducendo l’incidenza di tali spese sul bilancio personale e familiare. Stimolo all’economia e sostenibilità economica L’aumento della capacità di spesa dei lavoratori favorirebbe una crescita delle transazioni commerciali, generando effetti positivi sull’economia e stimolandone crescita e sviluppo. L’utilizzo del buono, inoltre, essendo necessariamente escluso dal circuito degli acquisti informali, comporterebbe un incremento del gettito fiscale e ai fini dell’imposta sul valore aggiunto.

AMPIA GAMMA DI UTILIZZO DEI BUONI

I buoni potrebbero essere utilizzati per diverse categorie merceologiche, incluse farmacie, ospedali pubblici e cliniche convenzionate, per il pagamento del ticket sanitario o del costo di prestazioni private; agenzie viaggi; aziende e liberi professionisti per l’acquisto di mobili, abbigliamento, e servizi di consulenza; accesso a musei, gallerie d’arte, cinema e teatri. Inoltre, sarebbe possibile utilizzare i buoni presso soggetti che si occupano dei servizi per l’assistenza agli anziani e soggetti non autosufficienti, strutture di ricovero, negozi di rivendita di ausili medici. Questa ampia varietà di utilizzi assicurerebbe una miglior corrispondenza alle diverse esigenze dei lavoratori, contribuendo in modo significativo al miglioramento del loro benessere. Inoltre, la possibilità di utilizzo per il pagamento di prestazioni sanitarie e assistenziali potrebbe supportare una parte rilevante della popolazione che attualmente non vi accede per mancanza di disponibilità economiche.

ESCLUSIONE DI BENI NON ETICI E UTILIZZO DISTORTO

Per garantire un uso responsabile dei buoni da 1.000 euro annui e promuovere il benessere dei lavoratori, è fondamentale escludere dall’acquisto i beni non etici o quelli che possano creare dipendenza. Pertanto, i buoni non potrebbero essere utilizzati ad esempio per l’acquisto di alcoolici, tabacchi, sigarette elettroniche o derivati del fumo, per la partecipazione a giochi e lotterie, l’acquisto di beni e servizi per adulti, gioielli, pellicce, giochi pirotecnici.

Al fine di evitare un utilizzo distorto o fraudolento dei buoni, ne sarebbe comunque vietato l’utilizzo all’estero o per gli acquisti online, oltre che per l’acquisto di servizi finanziari, creditizi o assicurativi.

BUONOPERTE: IL SERVIZIO GARANTITO

Per facilitare l’acquisto e l’utilizzo dei buoni, si auspica la possibilità per le aziende di acquistare dei voucher digitali denominati “BuonoPerTe” direttamente su una piattaforma pubblica, gestita da Poste Italiane, con commissione ridotta al 1% posta integralmente carico dell’azienda richiedente. BuonoPerTe rappresenterebbe un sistema di welfare aziendale supportato dal servizio pubblico. Il nome enfatizza l’idea di un beneficio personale e su misura, un servizio pensato appositamente per soddisfare le esigenze individuali dei dipendenti, rendendo il welfare aziendale più accessibile, utile e concreto. I voucher verrebbero emessi esclusivamente sotto forma di QR code nominativi, cumulabili, caricabili sulla piattaforma IO del beneficiario o sui wallet delle diverse applicazioni telefoniche. Questa modalità permetterebbe ai lavoratori di spendere i buoni presso i soggetti economici che desiderano far parte del circuito pubblico, assicurando una vasta rete di utilizzo e un processo di erogazione e spesa semplice e immediato. Gli esercenti potrebbero richiedere il rimborso dei buoni utilizzati dai beneficiari nella propria struttura direttamente sulla piattaforma pubblica appositamente creata, che procederà al rimborso entro un termine congruo di 30-60 giorni dall’utilizzo. Questo sistema, unitamente alla ridotta commissione, garantirebbe che il peso economico del welfare aziendale non gravi sugli esercenti, favorendo così una partecipazione più ampia e sostenibile al circuito pubblico. La creazione del servizio BuonoPerTe sarebbe del tutto agevole, in quanto si tratterebbe di un buono digitale simile all’attuale carta ADI esistente, ma senza la necessità di una carta fisica da ricaricare, consentendo l’acquisto di beni e servizi presso i POS degli esercenti convenzionati e per l’utilizzo nelle categorie di spesa previste. Per evitare un appesantimento nella gestione, diversamente dall’ADI, BuonoPerTe prevederebbe l’utilizzo per il pagamento delle utenze domestiche ma non sarebbe utilizzabile per il pagamento dell’affitto o del mutuo. Il welfare aziendale deve evolversi per rispondere in modo più efficace e diretto alle necessità dei lavoratori. Solo attraverso una revisione critica delle attuali politiche e un’adeguata valorizzazione delle risorse disponibili, sarà possibile costruire un sistema veramente inclusivo e utile per tutti i dipendenti. L’innalzamento della soglia di esenzione per i buoni spesa e buoni carburante a 1.000 euro annui rappresenta una proposta rilevante, caratterizzata da semplicità e immediata attuazione, capace di generare benefici concreti tanto per i lavoratori quanto per l’economia nel suo complesso.

1.Sovente mi imbatto in aziende che impiegano piattaforme scarsamente popolate di beni e servizi attraenti per i lavoratori, nelle quali immancabile è l’offerta di pacchetti prepagati (i cd. cofanetti) con esperienze, viaggi, o altre attività. Sebbene il fascino di tali proposte sia indiscutibile, è evidente che i lavoratori potrebbero apprezzare maggiormente tali opzioni solo dopo aver soddisfatto bisogni più immediati e percepiti come più urgenti. In ogni caso, la sola disponibilità di questi pacchetti non è sufficiente a costituire un’offerta realmente appagante per i potenziali beneficiari.

2. Per l’anno 2024, la soglia è già stata innalzata a 1.000€ (a 2.000€ per i lavoratori con figli), ma è necessario rendere questa misura permanente.

3. Ad esempio: nel corso del 2024, per un soggetto senza figli a carico, si ipotizzi un’erogazione nei mesi da gennaio 2024 a giugno 2024, di una sommatoria tra i diversi fringe benefit pari a complessivi 1.000 euro. Successivamente, a dicembre, l’azienda imputa il valore convenzionale del cesto natalizio (25 euro), superando quindi la soglia annuale attualmente prevista. Con la normativa vigente, il superamento della soglia comporta l’integrale assoggettamento a contribuzione e tassazione per tutto l’importo (1.025 euro) e non solo per la quota che ha superato il limite previsto (oltre i 1.000 euro, pari a soli 25 euro).


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