SPECIALE CONVEGNO – Un giuramento che vale una professione – MILANO ACCOGLIE I NUOVI CONSULENTI DEL LAVORO E PRESENTA LA NUOVA PROPOSTA EDITORIALE

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Un pomeriggio di grande intensità ed emozioni quello vissuto nella Sala Orlando dell’Unione del Commercio di Milano lo scorso 12 giugno, dove scienza giuridica e tradizione professionale si sono incontrate in un evento che ha saputo coniugare alta formazione e solennità istituzionale.

L’ appuntamento del 12 giugno, organizzato dalla Fondazione Consulenti del Lavoro di Milano, ha visto riunirsi alcuni dei più autorevoli esperti di diritto del lavoro per discutere di uno strumento sempre più centrale nelle relazioni industriali: la certificazione dei contratti di lavoro accanto ad un altro strumento di cruciale importanza quale la conciliazione. È stata questa l’occasione anche per la presentazione del volume edito dalla Fondazione Consulenti del Lavoro di Milano dal titolo “Formulario dei contratti di lavoro” magistralmente descritto da Pierluigi Rausei nel suo intervento di seguito riproposto sia pure in sintesi. Protagonista d’eccezione della giornata, accanto ai Colleghi Riccardo Bellocchio ed Andrea Asnaghi, è stato il Professor Ilario Alvino, ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università Sapienza di Roma e riconosciuto come uno dei massimi esperti italiani in materia di certificazione.

Presenti al Convegno e alla cerimonia di abilitazione dei neo Consulenti del Lavoro Potito di Nunzio, Presidente dell’Ordine provinciale Consulenti del lavoro di Milano, e Alessandro Graziano, Presidente dell’Ancl Up Milano e, in rappresentanza delle istituzioni, nonché membri della Commissione d’Esami, il dott. Carlo Colopi, Direttore Ispettorato Area Metropolitana di Milano, la dott.ssa Ferrarese, Direttore Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bergamo e la dott.ssa Morra, Dirigente Direzione Territoriale INAIL Pavia. Presenti anche, in qualità di membri della Commissione esaminatrice, Federica Manusardi, Consulente del Lavoro in Milano, Giuseppe F. Campisi, docente di ruolo di Discipline Giuridiche, Silvia Folladori, Consulente del Lavoro in Sondrio, Paolo Reja, Consulente del Lavoro in Milano e Luca Vannoni, Consulente del Lavoro in Cremona.

IL CONVEGNO

Il Professor Ilario Alvino e l’evoluzione della certificazione dei contratti di lavoro in Italia Il Professor Ilario Alvino dell’Università Sapienza di Roma si distingue come il massimo esperto accademico italiano in materia di certificazione dei contratti di lavoro, combinando oltre quindici anni di ricerca teorica con l’esperienza pratica come membro delle commissioni di certificazione. Il suo corpus di lavori lo posiziona in modo unico per comprendere sia il quadro giuridico che le realtà operative di questo istituto fondamentale del diritto del lavoro. Il suo pensiero sull’istituto della certificazione si fonda su alcuni pilastri teorici e pratici fondamentali: in particolare, il prof. Alvino concepisce la certificazione come uno strumento di “autonomia negoziale assistita” che va ben oltre la semplice validazione amministrativa, posizionandola come meccanismo sofisticato di assistenza legale preventiva.

Conciliazione e certificazione: esperienze concrete e prospettive future

Riccardo Bellocchio, Segretario dell’Ordine CDL Milano, ha condiviso l’esperienza della commissione di certificazione presso l’Ordine milanese, evidenziando come la pratica quotidiana confermi l’efficacia dello strumento quando applicato con competenza e rigore metodologico (per le slide clicca qui). A seguire Andrea Asnaghi, Coordinatore del Centro Studi della Fondazione CDL Milano, ha presentato le proposte innovative del Centro Studi, delineando scenari futuri che vedono la certificazione evolversi verso forme ancora più flessibili e adattabili alle esigenze del mercato del lavoro contemporaneo (per le slide clicca qui). Conciliazione e offerta conciliativa: Milano registra ottimi risultati nel 2025 Il bilancio dell’attività conciliativa milanese per il 2025 segna un passo nel panorama della risoluzione extragiudiziale delle controversie lavorative. I dati (per le slide clicca qui) presentati da Riccardo Bellocchio, Segretario dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Milano, fotografano un sistema ormai maturo che ha saputo conquistare la fiducia sia delle aziende che dei lavoratori. L’analisi di Riccardo Bellocchio conferma, dunque, l’efficacia crescente dello strumento extragiudiziale. Con 83 istanze pervenute e 78 conciliazioni concluse con successo, la Commissione di Certificazione presso l’Ordine milanese registra un tasso di efficacia assai elevato. Un risultato che testimonia non solo la validità teorica dell’istituto, ma soprattutto la sua capacità di fornire risposte concrete alle controversie da licenziamento. Particolarmente significativo appare il dato relativo alle 16 offerte conciliative formalmente presentate dai datori di lavoro. Questo numero lascia intravedere un cambio di mentalità nelle strategie aziendali: l’offerta conciliativa non è più vista come una resa di fronte a un contenzioso inevitabile, ma come uno strumento proattivo di gestione delle relazioni industriali. Le aziende stanno scoprendo i vantaggi di  una strategia anticipatoria che consente di controllare tempi e costi della risoluzione delle controversie. La possibilità di definire preventivamente l’importo dell’indennizzo, evitando l’incertezza di un giudizio, rappresenta un elemento di pianificazione aziendale sempre più apprezzato. Oltre il licenziamento: nuovi ambiti di applicazione L’attività della Commissione milanese non si è limitata alle controversie da licenziamento. Le certificazioni registrate, tutte relative a contratti di collaborazione coordinata e continuativa, segnalano un’evoluzione importante: l’estensione dell’istituto anche a forme contrattuali non standard, quelle che sempre più caratterizzano il mercato del lavoro contemporaneo. Questa diversificazione conferma la flessibilità dello strumento e la sua capacità di adattarsi alle trasformazioni del mondo del lavoro, dove i rapporti atipici richiedono soluzioni altrettanto innovative per la gestione delle controversie. L’efficacia del modello milanese e prospettive future L’esperienza della Commissione milanese, come illustrato dal dott. Bellocchio, dimostra che l’efficacia dell’offerta conciliativa dipende dalla qualità dell’approccio metodologico. La competenza tecnica dei commissari, unita a procedure standardizzate e trasparenti, crea le condizioni per il successo delle trattative. Il modello milanese si caratterizza per un approccio sistematico che valorizza tanto gli aspetti giuridici quanto quelli relazionali della controversia. La capacità di creare un clima di fiducia tra le parti, supportato da una solida base normativa, rappresenta il valore aggiunto che spiega l’alto tasso di successo registrato. I risultati del 2025 confermano che l’offerta conciliativa si sta affermando come alternativa credibile al contenzioso giudiziale. La crescente consapevolezza delle parti sulla convenienza economica e temporale dello strumento, unita al regime fiscale agevolato previsto per gli importi conciliativi, sta creando le condizioni per una diffusione ancora maggiore. L’esperienza milanese si candida così a diventare un modello di riferimento per altre realtà territoriali, dimostrando che la modernizzazione della giustizia del lavoro passa anche attraverso il potenziamento degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie. La sfida futura sarà quella di mantenere elevati standard qualitativi di fronte a una domanda in crescita, garantendo sia l’efficienza così come la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori.

La certificazione dei contratti di lavoro: Milano sperimenta nuove strategie per il futuro del lavoro

Nel panorama del diritto del lavoro italiano si sta affacciando una fase di trasformazione grazie alle proposte innovative elaborate dal Centro Studi della Fondazione Consulenti del Lavoro di Milano 1. I dati illustrati dal Coordinatore Andrea Asnaghi delineano un futuro dove la certificazione non è più uno strumento di nicchia, ma diventa il fulcro di una nuova cultura del lavoro. L’analisi del Centro Studi milanese fotografa un sistema in trasformazione: si avverte un passaggio dalla tradizionale percezione della certificazione come “meccanismo difensivo” ad una visione completamente rinnovata che la colloca al centro delle strategie aziendali moderne. Un cambio di paradigma che tocca tutte le aziende lombarde, comprese quelle sotto i 15 dipendenti, prive di rappresentanze sindacali. Con le proposte del Patto di Collaborazione Individuale (P.I.C.) e del Patto di Collaborazione Collettivo (P.A.C.), Milano si candida a diventare il laboratorio nazionale per la sperimentazione di nuove forme contrattuali. Il P.I.C. permetterebbe personalizzazioni innovative dell’orario di lavoro, sistemi retributivi variabili e definizione di mansioni ibride, mentre il P.A.C. offrirebbe alle piccole imprese una forma di contrattazione aziendale certificata. Particolarmente significativo appare il collegamento con la nuova Legge n. 76/2025 sulla partecipazione dei lavoratori, in vigore dal 10 giugno scorso. Questa normativa apre scenari inediti per il coinvolgimento attivo dei dipendenti nella vita aziendale, creando un ponte naturale con le proposte milanesi di certificazione partecipata. Oltre i pregiudizi per un cambio di prospettiva L’esperienza milanese sta incrinando i principali pregiudizi che hanno frenato la diffusione della certificazione. Contrariamente alla percezione diffusa di “inutilità” dello strumento, i professionisti milanesi stanno dimostrando che la certificazione offre una sicurezza giuridica preventiva superiore a qualsiasi altra forma di tutela contrattuale. Sul fronte economico, l’analisi costi-benefici ribalta completamente la narrazione tradizionale: i costi della certificazione risultano marginali rispetto a quelli di un contenzioso giudiziale, sia in termini economici che di tempo e risorse umane investite. La complessità procedurale, spesso citata come ostacolo, si rivela invece una naturale evoluzione della contrattazione moderna. Le aziende milanesi stanno scoprendo che la certificazione rappresenta semplicemente il passo successivo nella professionalizzazione dei rapporti di lavoro. Il modello milanese: tre pilastri per una rivoluzione silenziosa L’approccio strategico del Centro Studi si articola su tre direttrici complementari che stanno trasformando il panorama contrattuale lombardo: Diffusione culturale: Il primo pilastro punta a scardinare la percezione della certificazione come strumento eccezionale. L’obiettivo è trasformarla in pratica ordinaria attraverso un’azione coordinata di formazione rivolta a imprese e lavoratori. Potenziamento normativo: La seconda direttrice propone l’estensione della certificazione a tutti i contratti commerciali che coinvolgono rapporti di lavoro e l’introduzione dell’obbligatorietà per determinate tipologie ad alto rischio, sul modello già previsto per gli spazi confinati. Monitoraggio qualitativo: Il terzo pilastro prevede la standardizzazione delle commissioni di certificazione, con formazione obbligatoria per i certificatori e meccanismi di controllo ministeriale per garantire elevati standard qualitativi. L’impresa come “avventura comune”: la filosofia che guida il cambiamento Alla base del modello milanese emerge una filosofia del lavoro profondamente innovativa: l’idea dell’impresa come “avventura comune” dove flessibilità e disponibilità reciproca creano valore condiviso. Una visione che si scontra con l’inadeguatezza normativa di leggi e contratti collettivi spesso ancorati a modelli superati. La proposta milanese risponde anche alla crescente consapevolezza dei lavoratori moderni, più informati e con maggiore forza contrattuale individuale. In questo scenario, la certificazione diventa lo strumento per canalizzare costruttivamente queste energie verso forme innovative di collaborazione. Prospettive digitali: la certificazione nell’era dell’intelligenza artificiale L’evoluzione della certificazione dovrà necessariamente confrontarsi con le trasformazioni digitali del mondo del lavoro. Dallo smart working alle piattaforme digitali, fino all’intelligenza artificiale e alle nuove forme di collaborazione, il modello milanese si propone come laboratorio per strumenti normativi agili e adattabili. L’esperienza lombarda sta dimostrando che i consulenti del lavoro possono emergere come facilitatori di una nuova cultura del lavoro, capaci di guidare imprese e lavoratori verso forme innovative di collaborazione che superino le rigidità di modelli ormai inadeguati. Milano può tracciare la strada per una modernizzazione del diritto del lavoro fondata sulla partecipazione, la flessibilità e la tutela reciproca degli interessi in gioco.

IL FORMULARIO DEI CONTRATTI DI LAVORO: UNO STRUMENTO PRATICO PER I PROFESSIONISTI Momento significativo della giornata è stata la presentazione del “Formulario dei contratti di lavoro”, curato dal dott. Pierluigi Rausei, Dirigente dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, e Andrea Asnaghi. L’opera, frutto della collaborazione tra praticanti consulenti del lavoro e corsisti Ancl Up Milano, rappresenta un prezioso strumento operativo per i professionisti. Un laboratorio innovativo per i contratti di lavoro: l’esperienza milanese che fa scuola Nove ore di formazione intensiva per creare un formulario di 125 pagine destinato ai professionisti di tutta Italia: un’esperienza “unica” nella carriera di un formatore esperto. Così ha definito il laboratorio del dicembre 2024 il dott. Rausei che, pur non potendo essere fisicamente presente al convegno organizzato dall’Ordine di Milano e dalla Fondazione CDL Milano, ha voluto condividere tramite messaggio registrato i risultati di un progetto che ha coinvolto giovani professionisti del lavoro in un’iniziativa senza precedenti. L’iniziativa è nata quasi per caso da un’idea di Maria Grazia Silvestri, Referente per la formazione in Ancl Up Milano e si è concretizzata grazie alla collaborazione di Andrea Asnaghi, che ha ricoperto il ruolo di tutor d’aula. L’obiettivo era ambizioso: aiutare i giovani professionisti, presenti e futuri, a “trovare il bandolo della matassa” dei contratti individuali di lavoro. La giornata formativa si è svolta nelle aule del Consiglio dell’Ordine di Milano, dove i partecipanti hanno lavorato per oltre nove ore, alternando sessioni in aula plenaria e lavori di gruppo. Il risultato finale è stato un formulario di 125 pagine, frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto tutti i presenti. L’esperienza non si è conclusa con la giornata formativa. Durante le vacanze natalizie, i partecipanti, divisi in quattro gruppi, hanno continuato il lavoro per realizzare il “prodotto finito”, aggiungendo agli schemi contrattuali anche schede sintetiche per ciascun istituto. A metà e fine gennaio sono arrivati i contributi dei singoli gruppi, seguiti da due mesi di lavoro intensivo per rendere omogenei i contenuti. Un riconoscimento particolare va a Morena Massaini per il lavoro di editing del formulario. Da progetto interno a riferimento nazionale Quello che doveva essere un prodotto interno, destinato ai partecipanti e all’Ordine di Milano, si è trasformato in qualcosa di più ampio. L’apprezzamento del Presidente Potito di Nunzio ha portato la Fondazione a editare il formulario, rendendolo un possibile punto di riferimento per tutti i consulenti del lavoro italiani, non solo lombardi. L’auspicio è che l’esperienza possa ripetersi nel dicembre 2025 per aggiornare il formulario e farne un appuntamento annuale. La necessità di aggiornamento continuo è dettata dalla natura stessa della materia. I cambiamenti legislativi in corso rendono ancora più necessario un approccio dinamico e collaborativo alla formazione professionale. L’esperienza milanese dimostra come la collaborazione tra generazioni diverse di professionisti possa produrre risultati concreti e utili per l’intera categoria, trasformando una giornata di formazione in un progetto di respiro nazionale. Si ricorda che è possibile ricevere gratuitamente il Formulario iscrivendosi alla Newsletter di Fondazione Consulenti del lavoro di Milano.

LA PARTECIPAZIONE DEI NEO ABILITATI E DEI FUTURI CONSULENTI DEL LAVORO

Dalila D’Amico e Andrea Pozzato – neo abilitati – insieme a Paola Fabbiani e Filippo Ghirardini, abilitandi, hanno raccontato l’esperienza laboratoriale che ha caratterizzato la redazione dell’opera a testimonianza di come la formazione pratica rappresenti un elemento distintivo della preparazione professionale. Dalle loro parole è emerso, non solo l’emozione di essere presenti in un contesto istituzionale di rilievo, ma l’entusiasmo di chi ha scoperto nella pratica professionale una dimensione che va oltre la teoria, quella passione autentica che nasce dal sentirsi parte attiva di un progetto che trascende i confini della formazione individuale. Un giuramento che segna l’inizio Ma è stato il momento finale a conferire alla giornata il suo carattere più solenne ed emozionante.

Al discorso di apertura della cerimonia fatto dal Presidente dell’Ordine che ha ricordato i principi guida della professione: legalità, deontologia, attenzione alla persona, cura della professionalità, centralità delle risorse umane e molto altro, tra suggerimenti e obblighi, ha fatto eco quello del Direttore dell’Ispettorato Area Metropolitana di Milano Dott. Carlo Colopi il quale ha ribadito la necessità di viaggiare insieme a tutela della legalità nei rapporti di lavoro. Importante anche l’intervento del Presidente dell’Ancl che ha ricordato quanto la propria scuola fa per la preparazione dei praticanti e dell’importanza dell’associazione nel contesto professionale. Al termine delle relazioni introduttive, con emozione e orgoglio, i nuovi Consulenti del Lavoro hanno pronunciato il loro impegno solenne a esercitare la professione con lealtà, onore e diligenza, nel pieno rispetto del codice deontologico.

“Consapevole della dignità della professione di Consulente del Lavoro e della sua funzione sociale, mi impegno ad osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri della professione rispettando le norme di legge e deontologiche del nostro ordinamento, garantendo la terzietà nell’esecuzione della mia attività”.

Un gesto simbolico, ma potente: entrare nella comunità professionale significa assumersi una responsabilità verso il lavoro, le persone e i valori che guidano i consulenti del lavoro ogni giorno. Davanti ai colleghi più esperti e alle autorità istituzionali, i neo-abilitati hanno sottoscritto non solo un impegno formale, ma un patto morale con la professione e con la società. Ai neo abilitati sono stati consegnati i certificati di iscrizione e il timbro a sigillo dal Presidente dell’Ancl Up Milano, associazione che ha rivestito un ruolo importante nella preparazione all’esame di Stato.

L’augurio per tutti i neo Consulenti del lavoro è di ogni bene personale e professionale da parte di tutti noi, che possano avere grandi soddisfazioni nel portare avanti la professione, nel farsi “ponte” verso un futuro ricco di novità e diventare protagonisti anche negli organismi di categoria. Un sentito ringraziamento lo rivolgiamo anche ai loro dominus che li hanno seguiti fino al superamento dell’esame.

La giornata del 12 giugno ha rappresentato un momento di sintesi perfetta tra tradizione e innovazione. Da un lato, la solennità del giuramento professionale che richiama alle radici valoriali della professione; dall’altro, il dibattito scientifico sui nuovi strumenti e sulle prospettive evolutive che attendono i consulenti del lavoro.

Benvenuti tra i Professionisti del lavoro. Benvenuti in una storia che continua.

1. Per un approfondimento a cura di A. Asnaghi, Il lavoro agile? Nel 2014 noi l’abbiamo immaginato “agilissimo”…v. Sintesi, marzo 2016.

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