Sentenze – Il principio di tempestività delle contestazioni disciplinari e’ essenziale per la validità del licenziamento per giusta causa anche per il rapporto di lavoro dei dirigenti

Riccardo Bellocchio, Consulente del Lavoro in Milano

Cass., sez. lavoro, 29 luglio 2024, n. 21099

Il caso riguarda il licenziamento di un dirigente che ricopriva il ruolo di responsabile dello stabilimento del Nord Italia e ad interim della produzione nello stabilimento nel Centro d’Italia. Il dirigente è stato licenziato per giusta causa per non aver garantito una presenza sufficiente nello stabilimento del Centro Italia affidatagli con una permanenza di due settimane al mese (come concordato tra le parti), lasciandolo in condizioni di trascuratezza. Le contestazioni erano state formulate con due lettere: una il 7 febbraio 2019 e una seconda il 26 febbraio 2019. La Corte di Appello di Potenza riteneva il licenziamento per giusta causa ingiustificato e condannava la società al pagamento dell’indennità supplementare prevista dal Contratto nonché l’indennità di mancato preavviso. La Società, quindi, procedeva per Cassazione contestando il requisito della tempestività della contestazione perché il principio di immediatezza delle contestazioni deve intendersi in senso relativo. La Corte quindi conferma quanto svolto dai giudici di secondo grado in quanto la sentenza gravata ha spiegato l’incompatibilità tra la nozione di causa che non consente la prosecuzione nemmeno provvisoria del rapporto (giusta causa) e la fattispecie concreta, collegata a contestata condotta omissiva protrattasi per oltre un anno e mezzo, a fronte di presumibile conoscenza o comunque piena conoscibilità (nel senso di possibile costante verifica da parte del datore di lavoro della gestione dello stabilimento affidata al dirigente) in un arco di tempo alquanto dilatato, con una valutazione in fatto incensurabile in sede di legittimità, dalla quale sono state tratte conseguenze conformi a diritto. Il datore di lavoro riceveva rapporti mensili sulle trasferte e era a conoscenza della situazione dello stabilimento, creando così un’aspettativa di tolleranza o approvazione nei confronti del comportamento del dirigente. La società ha cercato di invocare la giusta causa di licenziamento per comportamenti ritenuti gravi. Tuttavia, la Corte d’Appello e la Cassazione hanno evidenziato che, essendo il principio di tempestività un elemento essenziale per giustificare un licenziamento disciplinare, la sua violazione rende il licenziamento illegittimo. Avendo il datore di lavoro tollerato per un lungo periodo il comportamento del dirigente senza contestare immediatamente le mancanze, non poteva successivamente invocare la giusta causa.


Scarica l'articolo