Come è noto, nell’ambito del progetto di riforma dei Testi Unici in materia fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha lanciato una consultazione pubblica, conclusasi il 13 maggio 2024, in cui era possibile formulare proposte di modifica, secondo un preciso canone espositivo, che oltre ad indicare la norma di riferimento e la variazione normativa proposta, chiedeva di evidenziare osservazioni e finalità della proposta avanzata. Attenendoci a tale criterio di formulazione, come Centro Studi della Fondazione Consulenti del lavoro di Milano abbiamo inviato le proposte che di seguito condividiamo. Come sempre il nostro intento è quello di migliorare, semplificare e talvolta anche razionalizzare le norme; ovviamente, non tutto può essere condivisibile, nella forma o nella finalità; tuttavia, come sempre diciamo, le idee servono a sviluppare un dibattito ed un confronto, che se effettuato con competenza ed onestà intellettuale, non può che portare frutti positivi. Anche per questo abbiamo circoscritto le nostre proposte ad un perimetro limitato, per non perderne l’efficacia dentro un mare magnum troppo esteso per poter essere preso in considerazione. Alcune proposte, come quella di spostare al 16 gennaio il c.d. “termine di cassa allargato” o di eliminare l’acconto del 16 dicembre dell’imposta sulla rivalutazione del TFR, hanno un puro obiettivo di semplificazione e decongestionamento delle normali attività operative, peraltro utile anche alla Pubblica Amministrazione. Diverse altre, nell’ambito delle modifiche all’ex art. 51 TUIR (ora diventato art. 63) hanno l’evidente scopo di aggiornare valori-limite che sono fermi da troppo tempo, perdendo qualsiasi riferimento con la realtà e quindi depotenziando la propria finalità. A tal proposito ci è sembrato anche giusto prevedere l’obbligo del legislatore (e non solo una mera facoltà) di una revisione periodica di tutti i valori limite esposti, onde evitare di ritrovarci nella medesima situazione attuale fra qualche tempo. Forse sorprenderà chi non conosce la nostra attività, ritrovare anche qualche norma restrittiva, come il limite al welfare aziendale non caratterizzato da spiccata utilità sociale o come la razionalizzazione, insieme con il necessario aumento dei valori-limite, dell’indennità di trasferta; riteniamo necessario non solo “chiedere” ma anche intercettare prassi che possono facilitare applicazioni elusive. Ci sembra importante anche la razionalizzazione del comma 3, sia in termini di plafond puro sia in termini di esclusione da tale plafond di tutti i beni e servizi già sottoposti a tassazione, analitica o convenzionale che sia. Infine con alcune proposte intendiamo aprirci in modo esplicito all’evoluzione del lavoro e dei concetti che agiscono con esso: in tal senso va letta la rivisitazione ed ampliamento degli oneri di utilità sociale, in cui crediamo non possano mancare oggi concetti legati alla sostenibilità ed alla conciliazione vita-lavoro, ma anche un’attenzione specifica ai rimborsi dei costi dello smart-working, riprendendo parte di una proposta che già avevamo avanzato di revisione complessiva della norma sul lavoro agile. Come sempre, saremo lieti di qualsiasi interazione, anche critica, con le nostre proposte, sperando ovviamente che incontrino anche il favore del legislatore. Buona lettura.