Job Placement Network: un modello che funziona – “NUOVI SPAZI DI ECONOMIA CIVILE” – inclusione lavorativa delle persone svantaggiate
A cura della Redazione,
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Presentati all’Università Cattolica i risultati di due anni di lavoro per l’inclusione. Oltre 250 partecipanti al convegno che ha messo al centro un nuovo approccio collaborativo
Il 28 ottobre, durante un convegno organizzato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sono stati presentati gli ottimi risultati ottenuti da Job Placement Network (di seguito Jpn), progetto realizzato da una rete di 10 cooperative sociali di tipo B e 2 Consorzi con il sostegno di Fondazione Cariplo. L’evento è stato anche un’occasione per discutere dell’alleanza tra cooperative e Consulenti del lavoro per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. L’incontro, moderato da Simone Fanti (Caposervizio Oggi RCS), ha visto la partecipazione di oltre 250 persone tra presenza fisica e online. Tutti gli interventi sono pubblicati sul sito jpn. coop e fondazionecdlmilano.it
OLTRE LA PAURA: IL LAVORO COME VALORE RECIPROCO
Al centro del dibattito è emersa la necessità di un cambio culturale. Marco Rasconi di Fondazione Cariplo ha sottolineato l’urgenza di superare l’ostacolo della paura e del pregiudizio, aiutando a comprendere che il lavoro non dà valore solo alla persona che lo compie ma anche alla comunità che glielo affida. Un messaggio che evidenzia come molte aziende ancora non sappiano che l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità è un percorso possibile. Barbara Roncalli, referente della Cabina di Regia JPN, ha ribadito che non basta garantire accessibilità fisica: occorre preparare il contesto sociale, lavorare su paure e pregiudizi, formando nuove professionalità capaci di garantire un incontro ottimale tra lavoratori e aziende. Simone Cerlini di AFOL Metropolitana ha evidenziato come il tema si intrecci con l’agenda ESG delle imprese e Antonio Bonardo di Manageritalia Lombardia ha osservato che c’è molta attenzione al tema ambientale, ma ancora troppo poca a quello sociale, invocando una visione più ampia che guardi all’intera società. Durante l’incontro è stata presentata anche la ricerca della dott.ssa Valentina Facchinetti che ha documentato l’efficacia dell’approccio: le cooperative della rete assumono persone con disabilità ben oltre i minimi di legge, principalmente con disabilità intellettiva e psichiatrica, attraverso percorsi strutturati con tutoraggio costante e formazione continua. Successivamente è stata la volta di esponenti delle cooperative che hanno portato le loro esperienze evidenziando come spesso l’immaginario collettivo tende ancora ad associare l’inserimento lavorativo a un novero ristretto di mansioni, come manutenzione del verde o pulizie, mentre queste rappresentano solo una frazione minima delle reali possibilità. Sono stati citati casi di successo, l’esperienza di Multimedica nell’inserimento di donne con alle spalle esperienze di malattia e cura, raccontata da Diletta Caselle (HR Multimedica) e Anna Chiesa (Disability Manager Alveare). E quella di Out of the blue, agenzia composta principalmente da persone con autismo che ha curato la comunicazione del progetto e sta per trasformarsi in cooperativa sociale. Anche MM SpA ha avviato una collaborazione sulla digitalizzazione. Orazio Bosotti ha dichiarato che, come società benefit, sono felici di offrire il proprio contributo. Simona Di Marzo, Disability Manager di Alveare, ha aggiunto che si tratta del segnale di una direzione possibile che auspicano possa essere ampliata ad altre collaborazioni per la rete JPN. Natascia Tosoni, Vicepresidente della Commissione Sviluppo Economico del Comune di Milano, ha annunciato che i referenti della rete saranno convocati per un’audizione della Commissione per l’Economia civile e lo sviluppo del Terzo Settore e, infine, Massimo Magni, coordinatore del progetto, ha concluso affermando che questi due anni sono stati un’occasione riuscita per ricucire il senso di ciò che cooperative e aziende fanno sul territorio. Una scommessa fondata su tre pilastri: l’ascolto delle esigenze di aziende e lavoratori, la disponibilità al confronto anche tra modi differenti di intendere la cooperazione sociale, e il coraggio di intraprendere nuove strade.
COOPERATIVE E CONSULENTI DEL LAVORO: ALLEANZE PER L’INSERIMENTO
Francesco Maresca, Responsabile Area Lavoro della Provincia di Varese, ha aperto il suo intervento delineando i contorni normativi dell’art. 14 del D.lgs. n. 276 del 2003 e descrivendo le iniziative nate nel territorio varesino, inquadrando così la fattispecie dal punto di vista giuridico. A seguire, Potito di Nunzio, Presidente del Consiglio provinciale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Milano, ha ricordato come la categoria sia molto sensibile al tema: chi si occupa di lavoro non può che essere sensibile non solo alla disabilità, ma alla diversità in generale, perché siamo tutti diversi uno dall’altro. Rispetto ai dati sul collocamento mirato in Lombardia, di Nunzio evidenzia che c’è stata una “scrematura”: sono circa 30.000-35.000 le persone disponibili al lavoro, corrispondenti a circa un 30% in meno rispetto al recente passato, in quanto sono state “ripulite” le liste. Preoccupante, sottolinea ancora il Presidente, è l’utilizzo eccessivo degli esoneri: si registra un incremento dell’8%, ossia si preferisce pagare piuttosto che ricorrere a strumenti alternativi. E questo non dobbiamo permetterlo. Quali possono essere le ragioni alla base di questo dato? Oggi non esistono più le mansioni “di mezzo”: esistono lavori altamente qualificati e lavori manuali. È scomparsa quella fascia centrale di attività lavorative e le mansioni disponibili in azienda sono meno di quelle che potevano esserci una volta. Si registra però anche una certa stabilità degli inserimenti: una volta che il lavoratore con disabilità viene inserito, rimane in azienda. Non viene assunto giusto per coprire l’obbligo e poi allontanato. Dobbiamo superare alcune questioni anche legali, barriere legislative. Per esempio: perché non possiamo superare un certo numero di inserimenti utilizzando l’articolo 14? Perché mai in Regione Lombardia non si può superare il 20% di inserimento tramite cooperative sociali? Di Nunzio solleva anche un’altra questione: perché non si può ricorrere a un distacco sociale? Perché non è possibile distaccare un dipendente verso una cooperativa sociale? Il problema sta nella normativa che pone paletti che appaiono insuperabili. Eppure abbiamo la presenza di politiche ESG, specialmente nelle aziende più strutturate. Occorre fare qualcosa a livello legislativo per sbloccare paletti normativi che risultano di impedimento all’inserimento di personale con disabilità. Abbiamo sicuramente da lavorare su più fronti, ma quello che più interessa ai Consulenti del lavoro è la collaborazione. Dal ’99 la categoria si occupa di inserimento mirato, cioè di inserimento di soggetti in azienda che non devono soffrire l’inserimento, né chi li accoglie né chi entra. Diversamente è un danno per tutti, sia per il lavoratore con disabilità sia per l’azienda. Quindi si deve lavorare sull’accoglienza, sull’ambiente, su tutto quello che è necessario per favorire l’inserimento. Si parla di inclusione sociale, che è fondamentale. E poi, non va dimenticato che ci si muove in un contesto costituzionalmente protetto: la disabilità è tutelata dall’articolo 38 della Costituzione, quindi non ci si può esimere dall’attivarsi per favorire l’accesso dei lavoratori con disabilità e comunque della diversità in generale. Arrivano venti da oltre oceano che vedono la diversità come una forma di concorrenza sleale nei confronti degli altri soggetti. Si spera che questi problemi vengano presto accantonati, ma nel frattempo qui si deve andare avanti. L’Italia è un paese portatore di entusiasmo e di socialità. L’umanità si trova soprattutto nella piccola e media impresa. E questo è quello che si dovrebbe portare all’interno di tutto il comparto produttivo italiano e non soltanto produttivo, anche dei servizi. La collaborazione tra Consulenti del lavoro e JPN è continua e totale. Soprattutto bisogna far capire anche ai colleghi queste attività, perché le norme vanno comprese. C’è tanta strada da fare ancora, ma qualcosa si sta muovendo grazie anche a manifestazioni come quella organizzata il 28 ottobre: sono i richiami che annualmente il dott. Magni propone alla categoria. Alessandro Graziano, Presidente Ancl Up Milano, aggiunge un ulteriore tassello alle parole del Presidente di Nunzio sottolineando che i Consulenti del lavoro sono l’anello di congiunzione tra gli obblighi che le aziende incontrano tutti i giorni rispetto alle norme, ai regolamenti e agli adempimenti che le istituzioni pongono in capo ai datori di lavoro. L’ANCL ha sempre avuto un occhio di riguardo rispetto all’inclusione nel mondo del lavoro e ricorda come ANCL abbia firmato con Caritas – unitamente all’Ordine milanese e all’Inps – un accordo per includere proprio i lavoratori più fragili, lavoratori che sono usciti dal mondo del lavoro per mille ragioni. I Consulenti del lavoro desiderano collaborare con AFOL, con JPN e con tutte le cooperative interessate, e far conoscere ai colleghi quegli strumenti che a volte non sono così conosciuti. È una sfida importante che i professionisti del mondo del lavoro si sono posti e che può dare risultati molto importanti. Graziano, a suggello delle parole espresse, porta alla platea un’esperienza diretta di inserimento inclusivo utilizzando l’articolo 14: l’azienda è diventata compliant rispetto alla sua scopertura e ha avuto un ritorno in termini effettivi. Conclude sottolineando che, come per tutti gli strumenti, è importante tenere sempre alta l’attenzione e verificare se si possano trovare ancora dei miglioramenti. Su questo c’è la garanzia che i Consulenti del lavoro si stanno dando da fare per offrire proposte al legislatore.