Sono rimasta affascinata dalla storia dell’INAIL ed ancora mi emoziona il ricordo di toccare documenti rimasti intatti e depositati nell’archivio di Stato.
Nel libro “Cara Eccellenza…” racconto la causalità di trovarmi in quel luogo a me sconosciuto e la curiosità di cercare attraverso le carte, una Storia. Come un filo di Arianna ho seguito i fascicoli, i temi, ho acquistato documenti in internet fino a quando il quadro si è ben delineato.
Un punto cardine di questa Storia è la Legge del 1883 quando un gruppo di banche si uniscono insieme per fondare la Cassa Nazionale intesa ad assicurare gli operai contro gli infortuni ai quali vanno soggetti nei loro lavori. Molto interessante è l’annuncio degli inizi lavori che fece la stessa Cassa poco dopo il 1884.
Successivamente, nel 1889 l’assicurazione divenne obbligatoria colmando, quindi, la lacuna che mancava per avere quel requisito “sociale” a tutela dei lavoratori. Con Legge 860 del 29 giugno 1933 Mussolini, dopo un travagliato iter, trasformò la Cassa in Istituto Nazionale Fascista Assicurazioni Infortuni sul lavoro. Il traghettatore fu il Conte Suardo, colui che durante il Gran Consiglio si astenne dal chiedere le dimissioni al Duce.
Il Conte Suardo da Presidente della Cassa divenne il primo Presidente dell’Istituto. L’Istituto nel 1934 aveva un totale di 1753 impiegati di cui 838 “avventizi”.
In una nota del Ministero delle Corporazioni, si chiarisce che questi avventizi erano derivanti dalla soppressione dei sindacati infortuni e del loro Consorzio, quindi, si proponevano delle riforme per migliorare i loro salari alquanto bassi e inferiori alle 350 lire mensili.
L’Istituto comunque si espande in fretta anche perché deve assicurare presidi ospedalieri in tutto l’Impero. Così in una nota del 1937 a firma del Presidente Suardo, vengono fornite dettagliate indicazioni su come organizzare un ospedale nelle città di Asmara, Gondar, Dessiè, Addis Abeba, Harar, Gimma, Negheler, Mogadiscio. Sempre nel 1937, in ritagli di giornali, il Duce elogia il Presidente per l’attività dell’Istituto con 27 milioni di avanzo e la grande espansione sanitaria che stava facendo.
L’anno successivo il Duce afferma che non vede la necessità di ridurre i premi proprio perché l’istituto deve fare una grande politica di espansione. Sul versante infortuni, verrà presentata una proposta di miglioramento delle rendite inabilità ed a superstiti.
Il Conte Suardo fu sostituito da Biagio Vecchioni nel aprile del 1939 che, a sua volta, nel 1942 venne sollevato dall’incarico e la comunicazione gli giunse dal Ministero delle Coorporazioni. Una delle ultime immagini dell’INFAIL è la bozza della circolare del 1942 che viene corretta dal Duce in alcune parti. Le “risultanze contabili al 31 dicembre 1942 nel terzo anno di guerra dimostrano il movimento ascensionale dell’Istituto dopo la radicale riforma della Legge Infortuni Industriali” così che si hanno diverse riserve per 3 miliardi quando nel 1937 erano 243 milioni, i premi annui sui 900 milioni invece che 411 milioni del 1937.
Gli infortuni risarciti erano 603 mila ed invece nel 1937 ammontavano a 416 mila. La stessa ultima circolare fa riferimento all’Ente di Assistenza Orfani Lavoratori Morti Infortuni sul Lavoro (EAOII) che con Legge del 27 giugno 1941 divenne parte dell’Istituto ed aveva la caratterista di ospitare in un collegio a L’Aquila 400 orfani dei marittimi.
Ecco, le origini storiche dell’INAIL possiamo concluderle con questa circolare che chiude un periodo fondamentale che vide la nascita, trasformazione e crescita esponenziale dell’Istituto. Per la verità le grandi riforme sulla sicurezza sul lavoro verranno riprese verso gli anni ’80, ben 100 anni dopo la Cassa e su spinte europee ma fino al 1965 anno del Testo Unico, gli Enti che si occupavano della materia furono come cristallizzati.
Nel 1970 l’ENPI che si occupava di sicurezza infortuni e vigente insieme alla Cassa, confluì nella regione con la prima devolution di competenze oppure nell’ISPSEL che poi fu inglobato nell’INAIL nel 2013. Ma questa è storia moderna, qui abbiamo solo voluto ricordare ciò che accadde 122 anni or sono.