IN ATTESA DELLA LEGGE DI BILANCIO PER IL 2025: UNA PRIMA ANALISI DEI CONTENUTI

Vincenzo Favaloro, Consulente del lavoro e revisore legale in Cesate (Mi)

Il governo italiano ha già avviato da tempo l’iter per la stesura e relativa approvazione della Legge di Bilancio 2025 ed il 23 ottobre u.s. è stato avviato l’iter parlamentare per l’approvazione del testo proposto. È ormai consuetudine che si rende necessario tenere conto delle difficoltà finanziarie, dovute all’incremento significativo del debito pubblico nonché delle nuove disposizioni del Patto di Stabilità europeo. In questo contesto, dovrà essere presentato a Bruxelles un piano pluriennale di spesa. Tra le principali priorità c’è il rinnovo delle misure introdotte lo scorso anno, che scadranno il 31 dicembre 2024. Molte di tali misure sono destinate a supportare lavoratori e famiglie e la loro eventuale proroga richiederà un cospicuo stanziamento di risorse finanziarie. Pare che sia previsto un taglio dell’Irpef nonché una soglia unica per i fringe benefits, fissata a 2.000 euro.

In sintesi, le principali misure a favore dei redditi e dei lavoratori attualmente previste includono:

• Irpef: riduzione delle tasse con la riduzione delle aliquote a favore del ceto medio mediante rimodulazione su tre aliquote.

• Detrazioni fiscali: riordino delle detrazioni fiscali sulla base del reddito e della composizione del nucleo familiare.

• Cuneo fiscale: conferma del beneficio per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi.

• Premi di risultato: agevolazione fiscale sui premi di produttività, con un’imposta al 5%.

• Detrazione spese recupero patrimonio edilizio: riduzione della detrazione al 36% (50% per l’abitazione principale) per l’anno 2025 ed al 30% (36% per l’abitazione principale) per il biennio 2026-2027.

• Bonus per l’occupazione: un bonus fiscale tra il 120% e il 130% per incentivare l’occupazione stabile.

• Fringe benefits: innalzamento della soglia di esenzione fiscale per i fringe benefits a 1.000-2.000 euro per i dipendenti. Si è parlato, poi, della possibilità di uniformare il regime dei fringe benefits, una forma di welfare aziendale, che l’esecutivo vorrebbe rendere più omogenea fissando una soglia unica per l’esenzione fiscale.

• Lavoratrici madri: riduzione delle aventi diritto alle sole madri con tre o più figli.

•Decontribuzione Sud: proroga fino al 2025 dello sgravio contributivo per i dipendenti delle aziende del Sud Italia.

•Previdenza: sarà necessario affrontare il tema delle pensioni mediante una riforma, con particolare riferimento alle pensioni anticipate e le pensioni minime.

• Lavoratori dipendenti frontalieri: limite di svolgimento del telelavoro nella misura del 25% del tempo di lavoro da considerarsi svolto presso la sede del datore di lavoro.

• Bonus nuove nascite: incentivo alla natività di euro 1.000 una tantum per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025. Il bonus non concorre alla formazione del reddito.

• TFR: pare che verrà valutata la proposta di rendere obbligatorio il trasferimento di parte del TFR dei dipendenti ai fondi pensione.

Questa misura, che tuttavia solleva dubbi di costituzionalità, prevederebbe un versamento del 25% del TFR alla previdenza complementare, con la possibilità di incrementare tale percentuale in futuro. Altra ipotesi in fase di valutazione riguarda l’introduzione di nuove regole per il “semestre di silenzio-assenso”, con conseguente trasferimento integrale del TFR alla previdenza complementare per tutti quei lavoratori che non abbiano espresso in modo esplicito la propria volontà di mantenere il TFR in azienda o presso il Fondo di Tesoreria Inps per le imprese con più di 50 dipendenti. In tal caso, il datore di lavoro dovrebbe trasferire il TFR alla forma pensionistica prevista dagli accordi collettivi; in mancanza di accordo, il TFR verrebbe trasferito alla forma pensionistica a cui ha aderito il maggior numero di lavoratori in azienda. Se non vi fossero fondi di riferimento, il trasferimento sarebbe obbligatorio verso il fondo negoziale Cometa. Pare piuttosto evidente che la nuova Legge di Bilancio richiederà non meno di 25/30 miliardi di euro, di cui la maggior parte destinata al mantenimento del taglio del cuneo fiscale e delle aliquote Irpef, oltre a includere la Zona Economica Speciale (ZES) e il welfare aziendale. Sarà tuttavia attuata una rigorosa “spending review” per eliminare tutte le voci superflue, nonostante il considerevole aumento delle entrate tributarie nel periodo gennaio-luglio 2024 pari al 6,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il testo citato si compone di oltre 140 articoli e ricomprende, ovviamente, tantissime altre disposizioni riguardanti la finanza pubblica, la sanità, l’immigrazione, fondi assistenza minori, fondi di solidarietà, trasporti, calamità naturali, ecc. È evidente che allo stato attuale rimane ancora una forte incertezza e sarà quindi doveroso seguire ogni evoluzione sino alla definitiva stesura della legge.


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