“Antonio, come stai?”
“Giuseppe! Quanto tempo che non ci si vede! Come va la moglie? E i figli?”
“Eh il più grande ormai è un ometto, 12 anni, il prossimo anno va alle superiori ma non ha tanta voglia di studiare. La piccola va per i 10, a scuola è bravissima, una vera donnina. E io e Maria .. invecchiamo, che altro?
“Ma se ti vedo benissimo…”
“Lascia stare Antonio, che è un periodo… Tu piuttosto, sei ancora uccel di bosco? Quando metti su famiglia?”
“Giuse’ tu lo sai …. Forse quella che mi mette l’anello al dito (e, capisci ammè, al naso) deve ancora nascere. E poi con la commissione interna, il sindacato, sempre mille impegni…”
“Eh Anto’, tu a me non la racconti. Qua si dice che anche con l’ultima arrivata in commissione, quella Aurora detta “occhibelli” (per non parlare del resto) …”
“Dicerie, Giuseppe, pettegolezzi. E comunque … libero io libera lei, che male ci sarebbe? Ma dimmi di te piuttosto, mi hai mandato un messaggio un po’ inquietante, che succede?”
“Antonio, qua si mette male mi stanno puntando, mi sa che vogliono farmi fuori”
“Ohè Giuse’ e il sindacato che ci sta a fare se non difende i bravi ragazzi come te? Chi ce l’ha con te…”
“Eh ! hai presente il Fabbris? Quello mi sta prendendo di mira.”
“Ma chi , il nuovo direttore generale?”
“Lui proprio. Mi sta addosso. Pensa che adesso mi hanno anche dato da compilare un modulo strano il tiscip, tiscit, un nome così”
“Giuseppe, è il time sheet. Lo so perché ce l’hanno detto all’ultimo incontro. Il sindacato non era tanto d’accordo ma è necessario se vogliamo avere il premio produttività, devi solo scrivere con un certo dettaglio quello che fai giorno per giorno”
“È proprio lì sta il punto, Antonio: io che scrivo?”
“Ma in che senso?”
“Antonio, tu mi conosci, io sono un bravo ragazzo se qualcuno ha bisogno gli ho sempre dato una mano, anche quando Salvo si ruppe una gamba chi lo ha portato avanti e indietro dal lavoro, per due mesi?”
“Giuseppe, lo so che sei un amico e una brava persona. Ma tutto questo che c’entra con il Fabbris e il time sheet?”
“Anto’, parliamoci chiaro, tu sei un po’ più giovane di me e non sai tutto tutto. Io sono entrato in azienda a 18 anni, più di trent’anni fa. Mio zio ai tempi era sindaco. Il padrone di allora aveva bisogno di condonare 5500 metri di tettoia così così per trasformarla in capannone e uffici (Il reparto C, hai presente?). E io allora fui assunto. Il vecchio padrone mi ha sempre voluto bene, capirai, con il valore di 5500 mq di campo edificati a tre piani … Ero stato messo al reparto affari generali, e se c’era bisogno andavo in posta, facevo qualche servizio, nulla di sconvolgente eh, se ricordi sono sempre disponibile a volantinare o a distribuire le tessere perché il tempo … non mi manca, diciamo. Una volta ho anche accompagnato la moglie del padrone dal fratello in ospedale, 400km fra andare e tornare. Ma poi il padrone è morto, i figli se ne fregano dell’azienda, che quasi è andata al tracollo, i favori si dimenticano, mo’ è arrivato sto’ Fabbris che sembra sceso dalla svizzera tedesca …”
“È emiliano, mi pare, dall’accento…”
“È uguale, emiliano, svedese, svizzero, o spagnolo, quello è un rompiballe, un esaltato, si è messo in testa chissà che cosa, vuole ribaltare l’azienda e mi punta, ogni tanto mi incontra e mi dice: “Carletti cosa sta facendo di bello?” Quello mi vuole fottere ti dico. E quella del tiscit è solo una scusa. Quello ha capito che io tiro a campare e mi vuole far fuori.”
“Va beh, ma adesso ci sono tante possibilità, stiamo facendo i corsi di inglese e anche quelli di informatizzazione proprio per riqualificare le persone …”
“Anto’, ma quale inglese, a che mi serve che all’ufficio postale è già tanto se parlano un italiano decente; e che poi anche alla posta chi ci va più? Neanche le fotocopie servono. Ora è tutto telematico …”
“Appunto, l’informatizzazione…”
“Ma se faccio fatica ad accendere il cellulare, che i miei figli mi prendono in giro, da quando abbiamo preso la smart.tv neanche ci capisco più col telecomando! No, non è roba per me. Anto’, io c’ho 54 anni, qui in azienda ci ho passato una vita, a fare qualcosa qua e là, ad arrabattarmi un po’, c’ho ancora diversi anni per la pensione, anche se forse due o tre me li abbuonano per via del papà con la 104.”
“Uh il Gino, e che gli è successo?’”
“Ma che ne so, sai com’è mio padre, sempre dietro all’orto e agli affari suoi (che da quando è vedovo non so più neanche quali siano), un giorno è arrivato a casa e mi ha detto” questa carta portala in azienda, che ti danno tre giorni di ferie in più al mese” e io così ho fatto. Insomma Antonio, quel Fabbris lì mi sa che vuole licenziarmi, lo vedo quando mi spia con quei suoi occhietti da civetta, quello mi sta prendendo le misure per la bara, te lo dico io”
“Sta calmo, Giuseppe, non è così facile. Lo so che girano voci di ridurre i costi ma il sindacato mica è qui a far niente. Poi c’hai pure la 104 (vabbeh che quello non è molto dirimente, mi sa, in azienda ormai ce l’hanno uno su tre …).”
“Antonio io non sono esperto come te, però mi chiedo: se scoprono che qui in azienda… come dire … non sono particolarmente indaffarato, questi mi licenziano, me lo sento, la notte non ci dormo più…”
“Eh, è un bel problema, però …. Fammi pensare, forse …No, questo non va bene …. Ah! Ho trovato! C’è il pissi pissi!”
“Pissi pissi? E che sarebbe?”
“È il nome che gli diamo in gergo dopo il corso che abbiamo fatto, perchè è una parola inglese un po’ complicata, difficile da pronunciare, sembra uno scioglilingua … uissebou, usslo … ah no, ecco, uistleblouing (con ’sti nomi inglese non ci si capisce più nulla)!
“Embè, questo pissi pissi come mi aiuta?”
“Ma niente, tu vai in azienda, c’è un ufficio apposta, al 3° piano proprio del tuo reparto C, sopra c’è scritto “riservato-segnalazioni-vigilanza” o qualcosa del genere. Tu vai lì e denunci qualcosa che non va, qualcosa di grave”:
“Devo fare la spia, mi dici?”
“Ma no, che esagerazione, non è fare la spia, devi segnalare dei reati, è modo per essere tutti più legali e trasparenti. Così aiuti l’azienda a migliorare…”
“Seeee, e così il Fabbris mi licenzia in un minuto ….”
“Ennò, è proprio qui il punto. Se uno segnala qualcosa che non va, ha una protezione speciale.
Diventa quasi intoccabile. Guarda ho qui degli appunti. Vedi, il segnalatore non può essere soggetto di ritorsioni quali licenziamenti, note di demerito, provvedimenti disciplinari, anche trasferimenti o cambi di mansione.
Dopo che hai segnalato, lo voglio vedere il Fabbris come fa a toccarti, ti deve girare al largo. Capisci, se ti fanno qualcosa, si presume che lo facciamo solo perchè tu hai segnalato. Ora … 36 anni a lavor… sì insomma a stare in azienda, la volta che segnali ti licenziano? Li vedo male, ma proprio male male … Non lo faranno mai, ti dovrebbero riassumere dandoti un sacco di soldi. Anche il sindacato si metterebbe di traverso.” “E vabbè ma io cosa vado a dire? Che la signora Rina della contabilità se la fa con il dirigente Stracozzi? Che ne so io di che succede in questa azienda?”
“No, deve essere qualcosa di grave, un reato di un certo tipo, non un pettegolezzo. Ma questi qui dell’azienda sono anni che vanno via puliti e lisci come l’olio … hmmm …Aspetta… Senti, ti ricordi Marcone?”
“Marcone! E chi se lo dimentica .. quell’uomo grande e grosso che si occupava della manutenzione, quello che ti spostava da solo una macchina da duecento chili (mica per niente lo chiamavano Marcone…).”
“Ecco proprio lui. Sai cosa diceva in giro, anzi lo diceva lui vantandosi? Che per far risparmiare l’azienda, nel campo vicino al tuo reparto C, quello dove adesso hanno fatto il parco aziendale, ai tempi seppelliva scarti di lavorazione, anche roba inquinante, batterie, pezzi di amianto, oli esausti, un po’ di tutto”.
“Eh l’ho sentita anch’io ’sta storia. E Marcone era anche il tipo, uno che andava per le spicce. Ma… devo denunciare Marcone, scusa? Non sono mica un fetente…”
“Ma dai, Marcone è andato in pensione tre anni fa no? E subito dopo ha raggiunto il figlio in Australia, e poi ho saputo che ha anche seri problemi di salute. Quello non lo beccano più te lo dico io. E poi se anche volessero, la responsabilità è dell’azienda, mica sua”.
“Ok, ma io non so se è vero, sono dicerie, cose che sanno tutti ma non ho le prove”.
“Esatto! Sono cose che sanno tutti. Vedi, per fare queste denunce tu non devi avere prove certe, lo dice la legge, basta che uno abbia “un fondato motivo” di ritenere che le informazioni che segnala siano vere. E tu, che hai sentito il Marcone dire più e più volte queste cose, un fondato sospetto ce l’hai. O no? E hai mai visto qualcuno che veniva a ritirare ’sta roba?”
“E dici che funzionerà’?”
“Funzionerà eccome. E ti dico di più, se controllano, scavano e trovano davvero quei rifiuti, altro che licenziamento, qui rischia che ci scappa pure un super premio!”
“Antonio, grazie, sei un amico! Ora sono più sollevato. Non so come ringraziarti. Guarda, vedo che hai l’auto sporca, vado subito a lavartela.”
“Ma Giuseppe sono le tre del pomeriggio, usciamo alle 17.00 e poi ho un impegno, quando vuoi lavarmela?”
“Subito, qui, in azienda, dietro al magazzino dove c’è la canna dell’acqua, che lì non c’è mai nessuno. Tanto, che c’ho da fare?”