GDPR – Sempre meglio che mai

di Andrea Merati, Consulente sistemi di gestione aziendale

L’Ordine dei Consulenti del Lavoro

A fine luglio è giunta sul mio schermo la circolare n. 1150 del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro che, dopo aver concesso due lunghi mesi di elucubrazioni e diatribe a grossi esperti e umili naviganti, stabilisce che “la co-titolarità del Trattamento è ruolo fisiologico per il Consulente del lavoro” (pag. 4 – par. Conclusioni). Però, poche righe prima, si legge che quello di Responsabile del Trattamento “È un ruolo facoltativo che il Consulente del lavoro può assumere”.

Questo mi ricorda il primo incontro formativo che ho tenuto presso ANCL su questa materia, in tal frangente dissi che il Consulente poteva scegliere il ruolo da assumere; naturalmente ne ottenni giusta contestazione: si richiede a un professionista che entri nella pratica delle cose e intervenga con un parere. Da quel giorno in poi, supportato da altri esimi pensieri raccolti tra eventi formativi e incontri esplicativi col Garante, ho sempre affermato che il ruolo del Consulente del Lavoro è quello di Responsabile del Trattamento.

Rimango di tale avviso. Credo sia la posizione più negoziabile e meno impegnativa dal punto di vista della gestione dei rapporti con l’azienda cliente, nonché con i dipendenti della stessa (interessati) che, nel caso di titolarità o co-titolarità avrebbero diritto a indirizzare le proprie richieste, senza intermediari, al Consulente del Lavoro (art. 26 par. 3 del Regolamento EU 679/2016). Naturalmente tale rapporto dovrà essere istituito con un degno documento di nomina del consulente a Responsabile del Trattamento, non raffazzonato, non cervellotico o copiato dal compagno di banco, ma concreto e delineato rispetto a diritti e doveri delle parti. Essendo un contratto (come indica l’art. 28 par. 3 del Regolamento Europeo) può dirimere efficacemente tutti i dubbi e i timori di assoggettamento indebito che alza la Circolale del Consiglio Nazionale.

Il Consiglio dei Ministri

L’altra grande sorpresa tardiva è il varo dell’adeguamento del D.lgs n. 196/2003 (vi risparmio il titolo vero perché sarebbero tre righe di spleen nella sua accezione meno romantica). È arrivato molto prima della sua scadenza regolare e contiene delle prese di posizioni interessanti (lo so è una legge ma, in questo caso sposta le sue prerogative prescrittive alle decisioni di un altro: il Garante; tra qualche riga esplico), anche coraggiose, sicuramente inaspettate. Però dovremo ancora attendere per comprenderne l’effettiva portata e le ricadute reali su adempimenti e pratica.

Viene finalmente considerata l’occorrenza di semplificazione per le micro, piccole e medie imprese: è previsto che il Garante promuova modalità facilitate di adempimento degli obblighi del Titolare del trattamento. In aggiunta, è prevista l’adozione di disposizioni specifiche per la disciplina dei dati relativi alla salute, demandate, anche qui, ai provvedimenti del Garante.

Ma il bello arriva con un luminoso periodo di 8 mesi per l’attuazione a pieno regime dei poteri di indagine affidati al Garante della privacy. In particolare, le Commissioni parlamentari hanno chiesto una sorta di moratoria per l’attività ispettiva e sanzionatoria. Impallidisco immaginando la possibilità di un’altra primavera densa di ritardatari impazziti ed esperti improvvisati. Conforta il pensiero che avremo un Garante fresco, riposato e arzillo al risveglio dal letargo estivo (se fossi in lui avrei scelto Balmaceda) in cui è caduto dopo il 25 maggio.

Saluti estesi

Ancora molto ci sarà da fare (rimangono aperte voragini che riguardano, tra le altre, cybersecurity, controllo a distanza del lavoratore e modalità di utilizzo degli strumenti informatici mobili e no) ma resto ancorato all’idea che questo Regolamento debba essere preso come occasione di riordino e avanzamento delle questioni di gestione documentale e informatica. Il pericolo vero non è la Guardia di Finanza ma avere una macchina che funziona male, perde carburante e resta in panne proprio nel momento più bello del viaggio (traduco: un’organizzazione in cui si fatica a trovare i documenti, ci sono computer lenti più vintage degli arredi e, quando arriva la fine del mese, il server s’inchioda due giorni in bagno, a causa di un attacco virale).

Chiudo questo periodo di interventi in attesa di tutti i chiarimenti, i regolamenti e i provvedimenti che seguiranno nei prossimi mesi, magari ci si ritrova quest’inverno, nella speranza che il Garante non abbia una ricaduta boreale.